La protesi d'anca è una procedura chirurgica che può aiutare a ripristinare la mobilità e la funzionalità dell'anca in caso di artrosi d'anca (coxartrosi), una condizione che si verifica quando la cartilagine che riveste l'anca si consuma, o in caso di necrosi della testa del femore (osteonecrosi).
L'impianto di protesi d'anca rappresenta attualmente l'intervento ricostruttivo dell'anca più frequentemente eseguito.
Grazie alle tecniche di chirurgia mininvasiva (VIA D’ACCESSO ANTERIORE DIRETTA), che consentono di effettuare un'incisione più piccola e di preservare i tessuti muscolari, e al protocollo Fast-Track, che prevede un ricovero ospedaliero più breve e un recupero più rapido, il decorso post-operatorio e il recupero funzionale sono rapidi e i disagi per il paziente sono ridotti.
L’articolazione dell’anca può essere raggiunta da anteriore, da laterale o da posteriore.
Nella mia pratica clinica adotto la VIA D’ACESSO ANTERIORE DIRETTA nella stragrande maggioranza dei casi.
TECNICA ANTERIORE MININVASIVA (AMIS)
La VIA D’ACCESSO ANTERIORE DIRETTA conosciuta anche come AMIS (Anterior Minimally Invasive Surgery) all’anca prevede una incisione di piccole dimensioni in regione anteriore della coscia.
E’ una via intermuscolare (si passa tra i muscoli senza inciderli o staccarli) e internervosa e pertanto presenta numerosi vantaggi:
TECNICHE TRADIZIONALI
Le tecniche tradizionali prevedono una incisione di maggiori dimensioni nella regione laterale (via d’accesso LATERALE) o nella regione posteriore (via d’accesso POSTERO-LATERALE) della coscia.
In entrambi i casi, si rende necessaria la sezione di alcuni muscoli e tendini per accedere all'articolazione dell'anca.
Il periodo di recupero può essere più prolungato, e il rischio di lussazione è superiore rispetto all'approccio mininvasivo, in cui l'accesso all'articolazione avviene tramite un'incisione di dimensioni ridotte, senza la necessità di sezionare muscoli e tendini.
La protesi d’anca è comoposta da 4 componenti:
Prima dell’intervento eseguiamo sempre una pianificazione digitale.
Grazia alla pianificazione possiamo:
I pazienti operati con la tecnica mininvasiva riescono a mettersi in piedi già a distanza di poche ore dall’intervento chirurgico.
Durante la degenza i fisioterapisti istruiscono il paziente all’uso delle stampelle e lo assistono nel recupero della mobilità articolare, della forza muscolare e dell’autonomia nelle attività quotidiane di base (es. salire e scendere le scale).
Con la tecnica anteriore mininvasiva (AMIS) non sono necessari presidi anti-lussazione (es. cuscino tra le gambe nei cambi di posizione a letto, alzawater, ecc.)
A 3-4 settimane dall’intervento si abbandonano le stampelle e si torna a una vita normale.
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